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Abstract

Il presente rapporto esamina la convergenza del capitale umano – in particolare quello degli individui con istruzione terziaria – nell’UE, analizzando tre fasi: creazione, utilizzo nel mercato del lavoro e mobilità. L’analisi, pur rilevando che gli Stati membri stanno ottenendo risultati migliori nella creazione di capitale umano attraverso l’istruzione, constata disparità nelle altre due fasi, con differenze nelle opportunità del mercato del lavoro che comportano diversi flussi di mobilità. Un esercizio di stima dei costi rivela che la mancanza di attrattiva di un paese per gli individui di talento ha ripercussioni economiche e che la perdita di capitale umano attraverso l’emigrazione non è bilanciata dai talenti presenti o futuri. Se lo squilibrio nella circolazione del capitale umano nell’UE non viene affrontato, potrebbe risultarne danneggiata la convergenza, lasciando le regioni e gli Stati membri privi delle competenze necessarie per negoziare con successo la duplice transizione. Un esame delle politiche di attrazione dei talenti evidenzia la necessità di iniziative a lungo termine e di collegarle alle opportunità del mercato del lavoro.

Key messages

  • Il capitale umano svolge un ruolo cruciale nell’aiutare gli Stati membri con un basso PIL pro capite a mettersi al passo con quelli più ricchi. Ciò evidenzia l’importanza di mantenere il capitale umano nell’agenda politica dell’UE. 
     
  • Nonostante la convergenza dei paesi nella creazione di capitale umano grazie all’istruzione, persistono disparità nell’integrazione nel mercato del lavoro e nella mobilità, il che causa disparità nella distribuzione dei talenti e nelle prestazioni economiche, in particolare nelle regioni che faticano ad attrarre o trattenere talenti.
     
  • Le iniziative a livello dell’UE possono incoraggiare la circolazione del capitale umano piuttosto che il mantenimento dei talenti in un paese di origine, evitando la concorrenza tra le politiche nazionali.
     
  • Politiche efficaci di mantenimento e attrazione dei talenti richiedono sforzi coordinati tra gli istituti di istruzione, i mercati del lavoro e le autorità regionali. La disponibilità di dati specifici per la regione è fondamentale per la definizione di iniziative mirate.
     
  • Le parti sociali possono svolgere un ruolo fondamentale nel garantire buone condizioni di lavoro ai lavoratori altamente qualificati, non solo per quanto riguarda la retribuzione, ma anche la formazione sul posto di lavoro e l’accesso a strumenti all’avanguardia per la ricerca e lo sviluppo.

Executive summary

Il capitale umano, definito come le conoscenze, le competenze e altri attributi che consentono alle persone di essere produttive, è un fattore chiave per il dinamismo e la crescita dell’economia dell’UE. La presente relazione valuta il successo dell’UE nello sviluppo e nell’utilizzo del capitale umano a sostegno del progresso economico e sociale.
 

Il rapporto inizia con un esame delle differenze del capitale umano tra gli Stati membri in termini di creazione, utilizzo nel mercato del lavoro e mobilità. Attraverso l’analisi di 16 indicatori, si verifica l’esistenza di una convergenza verso l’alto tra gli Stati membri – in altre parole, se le prestazioni nella creazione e nell’utilizzo del capitale umano stanno migliorando e se le dissimmetrie tra di loro si stanno riducendo. L’analisi prosegue quantificando l’impatto dell’istruzione terziaria sulla convergenza del reddito nazionale in tutti gli Stati membri. Concentrandosi sulla mobilità del capitale umano, viene calcolato il costo dell’emigrazione dei talenti per gli Stati membri. Infine, gli insegnamenti per lo sviluppo di politiche volte ad attrarre e trattenere laureati altamente qualificati sono ricavati da studi di casi di politiche in cinque Stati membri.
 

Contesto delle politiche

Secondo una comunicazione della Commissione europea del 2023 sulla valorizzazione dei talenti nelle regioni europee, l’attrazione e il mantenimento dei talenti dovrebbero essere al centro delle strategie delle regioni per garantire la loro prosperità e ridurre le disparità tra di esse. Tale comunicazione evidenzia la duplice sfida per le regioni che si trovano ad affrontare una popolazione in calo a causa del cambiamento demografico e dei flussi in uscita costanti di cittadini con un’istruzione terziaria a causa delle scarse prospettive di crescita economica nella zona.
 

La mobilità intra-UE è un pilastro importante del mercato unico dell’UE. Tuttavia, il continuo deflusso di persone da una regione o da un paese può nuocere alla convergenza degli Stati membri, lasciando alcuni territori mal attrezzati per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro e le sfide della duplice transizione. La comprensione di questi flussi e delle ragioni di fondo potrebbe aiutare l’UE a ridurre le disparità tra i suoi Stati membri e a migliorare la coesione, mantenendo nel contempo la circolazione del capitale umano uno scambio bidirezionale che favorisce la condivisione delle conoscenze e la crescita economica.
 

Se da un lato la necessità di crescita economica e di innovazione è un potente argomento a favore della formazione di una forza lavoro dotata delle conoscenze e delle competenze necessarie per sostenere una grande economia mondiale, dall’altro non è l’unica ragione per sviluppare il capitale umano. L’impatto dell’istruzione va oltre gli effetti economici, poiché i cittadini istruiti hanno maggiori probabilità di partecipare attivamente alle arene sociali e civiche, contribuendo al funzionamento delle istituzioni democratiche.
 

Risultati principali

  • Per quanto riguarda gli indicatori della creazione di capitale umano, gli Stati membri stanno convergendo verso l’alto. La quota del prodotto interno lordo (PIL) dedicata all’istruzione terziaria, la percentuale di giovani che abbandonano prematuramente la scuola, il tasso di istruzione terziaria e la partecipazione alla formazione sul posto di lavoro sono state tutte orientate verso il conseguimento degli obiettivi strategici.
     
  • Esistono differenze tra gli Stati membri nel modo in cui il capitale umano viene utilizzato, con alcuni che assorbono meglio il capitale umano nel mercato del lavoro rispetto ad altri. Ciò si è tradotto in un aumento delle disparità tra gli Stati membri per quanto riguarda il tasso di occupazione dei laureati e gli investimenti in ricerca e sviluppo. Sul versante positivo, i tassi dei laureati che non hanno un lavoro, né seguono un percorso scolastico o formativo (NEET) o sono sovraqualificati per il loro posto di lavoro sono diminuiti; tuttavia, a livello regionale, soprattutto in Grecia, Italia e Spagna, le medie dell’UE relative a entrambi gli indicatori permangono elevate.
     
  • Il capitale umano ha svolto un ruolo nella convergenza dell’UE rispetto al reddito nazionale nel periodo 2014-2021. L’analisi suggerisce che soggetti con un elevato livello di istruzione hanno aiutato gli Stati membri e le regioni dell’Europa centrale e orientale a recuperare il ritardo rispetto alle loro controparti dell’Europa occidentale in termini di PIL pro capite.
     
  • Una circolazione equilibrata del capitale umano – nota anche come circolazione dei cervelli nella letteratura – non è ancora stata conseguita in tutta l’UE: alcuni paesi e regioni sono protagonisti per quanto riguarda l’attrazione di talenti, mentre altri faticano ad assorbire il capitale umano in cui hanno investito. Queste ultime perdono il proprio capitale umano e i talenti stranieri in entrata non compensano tale perdita. Secondo una stima prudente, per il Belgio e l’Italia (due paesi per i quali è stato possibile effettuare un calcolo completo), questo costo potrebbe superare i 10 miliardi di EUR in un decennio.
     
  • Gli Stati membri che sono paesi riceventi netti per i laureati – con un guadagno netto di talenti rispetto agli altri Stati membri – possono ancora soffrire di una fuga di cervelli in aree o regioni specifiche e quindi necessitano di iniziative locali per affrontarla.
     
  • Le politiche percepite come efficaci nell’attrarre capitale umano sono generalmente rivolte a un tipo specifico di talenti. Ciò implica che politiche su misura rispondano meglio alle esigenze o alle aspettative degli individui di talento interessati (studenti di corsi di laurea, laureati, scienziati, ricercatori e professionisti) rispetto alle politiche generali.
     
  • La retribuzione è il fattore più importante nelle politiche mirate ai talenti stranieri. Anche altri fattori, come la fornitura di supporto e l’offerta di un alloggio, sono importanti, ma raramente sono inclusi nelle politiche di attrazione degli individui e, piuttosto, sono lasciati a iniziative accessorie o locali. Tuttavia, nel caso di cittadini precedentemente emigrati, anche gli aspetti culturali o le ragioni personali possono giocare un ruolo nella loro decisione di tornare.
     

Spunti per le politiche

  • L’attuazione delle politiche per attrarre e trattenere talenti si basa su un’ampia gamma di opzioni di finanziamento (derivanti da stanziamenti di bilancio) e su incentivi fiscali (come le esenzioni dall’imposta sul reddito). Approcci combinati possono essere utilizzati per migliorare la sostenibilità di tali politiche nel tempo.
     
  • La fuga di cervelli si traduce in una perdita economica derivante dalla mancanza di rendimenti sugli investimenti nel settore dell’istruzione. Le soluzioni che mirano a recuperare tali costi dagli emigranti non farebbero altro che limitare la circolazione dei talenti. Al contrario, le politiche che attraggono talenti o incoraggiano la circolazione di talenti compenserebbero la perdita di laureati, stimolando l’afflusso di persone altamente istruite (sia cittadini emigrati sia cittadini di paesi terzi).
     
  • Idealmente, un obiettivo a livello dell’UE sarebbe quello di incentivare la circolazione del capitale umano in tutta l’UE piuttosto che il mantenimento dei talenti nel paese d’origine, sostituendo l’attuale situazione in cui le politiche nazionali sono in concorrenza tra loro.
     
  • L’evidenza che il capitale umano ha contribuito a guidare la convergenza economica nell’UE implica che le iniziative per creare capitale umano e attrarlo dovrebbero rimanere nell’agenda politica.
     
  • Il monitoraggio delle riserve e delle dinamiche dei talenti fornirebbe spunti per progettare politiche mirate ad attrarre specifiche categorie di talenti. Per questo tipo di analisi sono necessari dati granulari a livello regionale, che le istituzioni dell’UE a vari livelli hanno iniziato a raccogliere.
     
  • Sebbene l’UE possa beneficiare di flussi di capitale umano che ridistribuiscono le risorse a livello degli Stati membri, quando il flusso in uscita di laureati è troppo elevato, vi è il rischio di un circolo vizioso negativo che indebolisca sia il sistema di istruzione che il mercato del lavoro a livello nazionale e regionale. Se questo scenario non viene contrastato con politiche di stimolo alla circolazione dei talenti, potrebbe causare un rallentamento o un arresto della convergenza.
     
  • Il ruolo delle parti sociali nel mantenere e creare condizioni di lavoro attraenti per i lavoratori altamente istruiti non dovrebbe essere sottovalutato, non unicamente in relazione alla retribuzione, ma anche a questioni che vanno dalle opportunità di formazione sul posto di lavoro alla disponibilità di strumenti all’avanguardia per la ricerca e lo sviluppo.

The report contains the following lists of tables and figures.

List of tables

  • Table 1: List of indicators, policy targets and latest scores
  • Table 2: Summary of findings on convergence indicators
  • Table 3: Cost components and economic loss associated with highly skilled emigration, by Member State
  • Table 4: Summary of national and regional policies in the selected Member States
  • Table 5: Description of eligibility criteria and timeline of the Rientro dei cervelli initiative
     
  • Table A1: Primary variables used for the factor analysis, EU27, 2021
  • Table A2: Factor loadings

List of figures

  • Figure 1: Human capital indicators in three phases – creation, labour market utilisation and mobility
  • Figure 2: Low-achieving 15-year-olds, EU and other averages, 2006–2022 (%)
  • Figure 3: Average share of early school-leavers, EU and Member States, 2007 and 2022 (%)
  • Figure 4: Tertiary education attainment among 25- to 34-year-olds, EU and Member States, 2007 and 2022 (%)
  • Figure 5: Tertiary educational attainment by gender, EU and Member States, 2022 (%)
  • Figure 6: Share of graduates by EU NUTS 2 regions, 2014 and 2022 (%)
  • Figure 7: STEM graduates, EU and Member States, 2015 and 2021 (%)
  • Figure 8: Adult participation in learning, EU and Member States, 2007 and 2022 (%)
  • Figure 9: Enterprises providing on-the-job training, EU and Member States, 2005–2020 (%)
  • Figure 10: GBARD trends, EU and other averages, 2007–2022 (%)
  • Figure 11: GERD trends, EU and other averages, 2007–2022 (%)
  • Figure 12: Employment rates of 15- to 64-year-olds, by educational attainment, EU and Member States, 2022 (%)
  • Figure 13: Employment rate of graduates, comparing best three performers, poorest three performers and EU average, 2008–2022 (%)
  • Figure 14: Share of graduates who are NEET, EU and other averages, 2007–2022 (%)
  • Figure 15: Graduates who are NEET by EU NUTS 2 region, 2014 and 2021 (%)
  • Figure 16: Overqualified graduates by EU NUTS 2 region, 2014 and 2021 (%)
  • Figure 17: Human capital underutilisation by EU NUTS 2 region, 2021
  • Figure 18: Share of degree-mobile graduates, EU Member States, 2015 and 2021 (%)
  • Figure 19: Share of non-EU citizens with tertiary degrees, by EU NUTS 2 region, 2021 (%)
  • Figure 20: Graduates abroad as a percentage of graduates in the country of origin, EU and Member States, 2007 and 2022 (%)
  • Figure 21: Beta-convergence in GDP per capita in the EU27 in three periods, 2008–2021
  • Figure 22: Regional beta-convergence in GDP per capita in the EU27, 2014–2021
  • Figure 23: Net circulation of ISCED 5–8 graduates, EU Member States, 2022
  • Figure 24: Correlation between total graduates in Member States and net gain of graduates, 2021
  • Figure 25: Schematic of the components of the cost estimate of emigrating graduates
  • Figure 26: Investment required to bring one individual from primary education level to degree level, EU Member States, 2022 (€, thousands)
  • Figure 27: Schema for estimating the cost of highly skilled emigration
  • Figure 28: Result of cluster analysis on human capital development, EU Member States, 2021
Number of pages
100
Reference nº
EF23033
ISBN
978-92-897-2418-0
Catalogue nº
TJ-09-24-694-EN-N
DOI
10.2806/143041
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