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Agreement signed at Fiat

Italia
Il 19 febbraio 2007 il governo, la direzione aziendale della Fiat e le organizzazioni sindacali del settore metalmeccanico Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil hanno sottoscritto un accordo che prevede la messa in mobilità lunga per 2000 dipendenti del gruppo. L’accordo segna la conclusione del risanamento della Fiat dopo la crisi dei primi anni 2000.
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Il 19 febbraio 2007 il governo, la direzione aziendale della Fiat e le organizzazioni sindacali del settore metalmeccanico Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil hanno sottoscritto un accordo che prevede la messa in mobilità lunga per 2000 dipendenti del gruppo. L’accordo segna la conclusione del risanamento della Fiat dopo la crisi dei primi anni 2000.

Background

Il gruppo Fiat sembra definitivamente uscito dalla crisi in cui si trovava negli anni scorsi. Alla fine degli anni Novanta il gruppo Fiat non reggeva alla concorrenza internazionale e aveva portato la Fiat, nei primi anni Duemila, era sull’orlo della bancarotta.

La situazione critica era stata affrontata con un cambio ai vertici aziendali e con un piano industriale di rilancio che, presentato al governo e ai sindacati nel 2005, prevedeva investimenti per 18 miliardi di euro in tre anni (IT0509101N, IT0604029I, IT0601305F, IT0607049I).

Lo sforzo di risanamento e di rilancio del gruppo ha visto impegnati non soltanto l’azienda ma anche il governo ed i sindacati.

Il 18 dicembre 2006 le tre organizzazioni sindacali del settore metalmeccanico – Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil – avevano raggiunto un accordo con l’azienda sul piano strategico 2007-2010 e sul piano industriale 2007-2008. Il piano industriale prevedeva per le principali società del gruppo (Fiat Auto, Pewertrain, Magneti Marelli, Iveco, Cnh) uno sviluppo consistente dei volumi prodotti in Italia, attraverso un impiego più intenso degli impianti. Nell’accordo le parti convenivano di fare ricorso all’istituto della mobilità lunga per risolvere definitivamente residui casi di eccedenza occupazionale e di aprire un tavolo di confronto per risolvere i problemi inerenti allo stabilimento di Termini Imerese in Sicilia.

L’accordo Fiat-Governo-Sindacati

Il 19 febbraio 2007, presso la presidenza del Consiglio dei ministri, i rappresentanti del governo – Romano Prodi, presidente del Consiglio, Enrico Letta, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Cesare Damiano, ministro del lavoro, Alessandro Bianchi, ministro dei trasporti e Sergio D’Antoni, viceministro per lo sviluppo economico – di Cgil, Cisl e Uil, delle organizzazioni di settore Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil e l’amministratore delegato del Gruppo Fiat – Sergio Marchionne – hanno sottoscritto l’accordo che, in base a quanto previsto nel precedente accordo del 18 dicembre 2006, consente al gruppo Fiat di avvalersi dell’istituto della “mobilità lunga” per 2000 dipendenti del Gruppo.

Che cos’è la mobilità

La mobilità è un istituto che consente il sostegno del reddito ad un lavoratore dipendente considerato eccedente. Il lavoratore cessa il rapporto di lavoro e viene collocato in una lista speciale che permette ai servizi per l’impiego di cercargli un lavoro. Il lavoratore riceve l’indennità di mobilità, erogata dallo stato, che corrisponde ad una quota pari all’80% del salario.

Gli imprenditori che assumono un lavoratore in mobilità ottengono benefici in termini di riduzione dei contributi obbligatori previdenziale ed assicurativi.

Il periodo di collocazione in mobilità non può durare, di norma, più di due anni. La “mobilità lunga”, invece, può durare più del periodo stabilito dalla legge e deve essere concessa dal governo a fronte di particolari condizioni. Essa garantisce il sostegno economico al lavoratore fino al raggiungimento dei requisiti minimi per il godimento della pensione.

I risultati economici e il piano di sviluppo del Gruppo

Nel corso dell’incontro l’amministratore delegato della Fiat ha illustrato i risultati economici raggiunti dal gruppo nel 2006: è stato registrato un utile operativo superiore ai 5 milioni di euro al giorno (nel 2004 il gruppo aveva una perdita di 2 milioni di euro al giorno). Il debito industriale netto alla fine dell’anno è stato inferiore a 1,8 miliardi di euro rispetto ai 9,4 miliardi della fine del 2004. Nel 2006 ci sono state 4 mila nuove assunzioni (2.800 contratti a tempo determinato e 1.200 a tempo indeterminato) e la trasformazione di 1.100 contratti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato.

L’amministratore delegato Sergio Marchionne ha previsto per il 2010 un fatturato di 67 miliardi di euro, corrispondente al 2% del Pil, con investimenti industriali e spese per la ricerca e lo sviluppo per complessivi 20 miliardi di euro (di cui il 65% da investire in Italia).

Per il settore auto, il Gruppo prevede di lanciare 23 nuovi modelli entro il 2010, di incrementare le vendite da due milioni di vetture l’anno nel 2006 a 2,8 milioni nel 2010 (3,5 milioni con le joint venture) con un incremento della quota di mercato in Europa dall’attuale 8% al 10%.

I contenuti dell’accordo

Il governo ha preso atto che il piano è finalizzato al superamento della situazione di crisi che ha interessato il gruppo negli anni scorsi ed ha riconosciuto la sussistenza delle condizioni per concedere l’istituto della “mobilità lunga” per 2000 dipendenti.

L’accordo prevede anche l’apertura di un tavolo di confronto fra le parti sociali, il governo e le istituzioni locali, per il rilancio dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, in Sicilia, affinché si creino le condizioni per lo sviluppo di attività di subfornitura nel territorio circostante lo stabilimento. Presso l’impianto la Fiat ha intenzione di produrre un nuovo modello purché venga incrementata la produttività fino a raggiungere la produzione di 600 vetture al giorno.

Commenti

L’accordo è stato accolto da tutti molto positivamente, soprattutto perché segna la fine della crisi del più grande gruppo industriale italiano. Il ministro del lavoro, Cesare Damiano, aggiunge che l’accordo costituisce “la premessa per lo sviluppo dell’occupazione, soprattutto giovanile, e della tutela occupazionale”.

Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, sostiene che “i risultati positivi del Gruppo sono da ascrivere alle scelte aziendali ma soprattutto al contributo straordinario dei lavoratori”. Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ha espresso il desiderio che le richieste avanzate dalla Fiat “siano le ultime, poi Fiat non chieda più nulla allo Stato”.

Soddisfatto anche l’amministratore delegato del Gruppo, Sergio Marchionne, che vede l’accordo come un punto di arrivo di “una partita iniziata anni fa. Si è chiusa una fase importante, l’ultima del risanamento”.

Critica, invece, l’opposizione politica in Parlamento: secondo l’ex sottosegretario al Lavoro, Maurizio Sacconi, esponente di Forza Italia, il governo ha fatto ricorso ad una mera “leva assistenziale”.

Vilma Rinolfi,

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