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Rinnovo del contratto dei lavoratori dei ministeri

Italia
*Valutazione dei risultati e promozione del merito sono le parole chiave* L’ ipotesi di accordo [1] per il rinnovo del contratto dei lavoratori dei Ministeri, firmato il 14 luglio scorso da Cgil-Cisl-Ui l e Aran [2], contiene una prima risposta, da parte dei sindacati, al dibattito sull’inefficienza del lavoro pubblico ospitato dai principali quotidiani italiani negli scorsi mesi. Il salario di produttività e la valutazione degli impiegati pubblici da parte dei cittadini sono gli strumenti scelti dai firmatari dell’accordo per incrementare l’efficienza dei pubblici dipendenti, in linea con gli impegni presi da Governo e sindacati nel cosiddetto “memorandum sul pubblico impiego” firmato lo scorso gennaio (*IT0702039I* [3]). [1] www.eurofound.europa.eu/ef/efemiredictionary/draft-agreement [2] www.eurofound.europa.eu/ef/efemiredictionary-171 [3] www.eurofound.europa.eu/ef/observatories/eurwork/articles/new-agreement-signed-on-reorganisation-of-public-administration
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Valutazione dei risultati e promozione del merito sono le parole chiave
L’ ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto dei lavoratori dei Ministeri, firmato il 14 luglio scorso da Cgil-Cisl-Ui l e Aran, contiene una prima risposta, da parte dei sindacati, al dibattito sull’inefficienza del lavoro pubblico ospitato dai principali quotidiani italiani negli scorsi mesi. Il salario di produttività e la valutazione degli impiegati pubblici da parte dei cittadini sono gli strumenti scelti dai firmatari dell’accordo per incrementare l’efficienza dei pubblici dipendenti, in linea con gli impegni presi da Governo e sindacati nel cosiddetto “memorandum sul pubblico impiego” firmato lo scorso gennaio (IT0702039I).

Background

Il rinnovo del contratto dei ministeriali arriva dopo 18 mesi di braccio di ferro fra sindacati (FP-Cgil, FPS-Cisl, PA-Uil) e Governo attraverso l’Aran (Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni). Coinvolge circa 200 mila dipendenti, esclusi i dirigenti, che potranno accedere agli incrementi salariali previsti per il biennio economico 2006-2007. Di fianco al biennio economico, il contratto rinnova anche la parte normativa per il 2006-2009. Da questo punto di vista l’intesa raggiunta è perfettamente rispondente al modello contrattuale vigente: la parte economica ha validità biennale e non triennale, come invece sembrava profilarsi nel documento di carattere politico (il “memorandum”) firmato a inizio anno con il Governo(IT0706029I). La novità risiede, invece, nel fatto che i due capitoli del contratto (economico e normativo) sono destinati ad intrecciarsi strettamente a causa dell’introduzione di meccanismi di certificazione della produttività e di valutazione (da parte dei dirigenti e del pubblico) che peseranno sulla determinazione del salario dei lavoratori.

Contenuti dell’accordo

Aspetti economici

L’aumento salariale è pari a circa 93 euro per 13 mensilità che il governo si è impegnato a portare a regime a 101 euro. L’intesa ha anche portato alla perequazione delle indennità di amministrazione tra i vari ministeri, a decorrere dal 31 dicembre 2007, e a omogeneizzare la retribuzione tra i dicasteri accorpati. L’aggancio della retribuzione ai risultati avviene attraverso due livelli di riconoscimento della produttività: uno collettivo (i cittadini potranno valutare gli uffici pubblici) l’altro individuale, la cui gestione spetta al dirigente su obbiettivi prestabiliti. La produttività verrà erogata in percentuale agli obiettivi raggiunti: se il dipendente non si sentisse ben valutato, potrà ottenere un contraddittorio con il dirigente, assistito dal sindacato.

Aspetti normativi

Queste novità nella definizione della parte variabile della retribuzione si rifletteranno anche nel nuovo sistema di classificazione del personale articolato su tre aree, all’interno delle quali sussistono diversi profili retributivi. Il nuovo sistema di classificazione del personale (così come rappresentato anche nella piattaforma unitaria da Cgil-Cisl-Uil) nell’intenzione dei firmatari ha l’obbiettivo di legare le opportunità di carriera ai risultati conseguiti dai dipendenti, tenendo conto della qualità, dell'esperienza e delle prestazioni lavorative. Particolare enfasi, inoltre, viene posta sulla formazione continua come strumento di progressione professionale. L’accordo, inoltre, dedica un intero capitolo alla definizione delle regole per la mobilità dei lavoratori all’interno dell’amministrazione favorendo mobilità volontaria verso funzioni e amministrazioni a maggior carenza di personale.

Esternalizzazioni

Come ultimo, i sindacati hanno ottenuto che in futuro, qualora l’amministrazione intenda procedere all’esternalizzazione di qualche funzione, lo possa fare solo dopo un preventivo confronto con il sindacato, nel quale la dirigenza si impegni a giustificare l'economicità e l'efficienza dell'operazione. Inoltre, qualora nel passato si sia proceduto ad affidare all’esterno funzioni “tipiche” dell’amministrazione, si potrà procedere a reinternalizzarle. Questo anche al fine di contrastare le forme di precariato che spesso caratterizzano le funzioni gestite all’esterno.

Reazioni all’accordo

Attraverso l’introduzione di due livelli di valutazione delle prestazioni dei dipendenti coinvolti, i sindacati di categoria (FP-Cgil, FPS-Cisl, PA-Uil) hanno inteso contrastare una diffusa diffidenza dell’opinione pubblica verso il pubblico impiego, come sottolineato da Carlo Podda, segretario generale della FP-Cgil. Altrettanto soddisfatto per le novità contenute nell’accordo si è dichiarato il Ministro della Funzione Pubblica, Luigi Nicolais. L’ipotesi di accordo, infatti, ha ottenuto il parere positivo del Consiglio dei Ministri in data 30 agosto.

Commentary

La novità dell’accordo consiste nell’introduzione di meccanismi di verifica dell’efficienza del lavoro pubblico. Si potrà valutare in futuro quanto questi meccanismi risulteranno praticabili e adatti allo scopo. E’ possibile, però, osservare che l’aggancio di una parte della retribuzione al giudizio del dirigente è sottoposto al rischio di connivenze tra “controllori” e “controllati” o di decisioni arbitrarie. Per quanto riguarda, invece, il controllo esterno (quello esercitato dai cittadini attraverso la propria valutazione dei servizi ricevuti) si tratta di una scelta che riflette la buona intenzione di avvicinare i cittadini alle amministrazioni ma che produrrà effetti soprattutto in relazione alle funzioni più direttamente esposte al contatto con il pubblico (front-office) mentre la gran parte del lavoro delle pubbliche amministrazioni è spesso nascosto agli occhi del pubblico.

Cristina Tajani

Ires Lombardia, Italy

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