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Sciopero dei benzinai contro le liberalizzazioni

Italia
Le organizzazioni sindacali dei distributori di carburante hanno indetto 14 giorni di sciopero da effettuare nell’arco delle prossime settimane per protestare contro le misure di liberalizzazione del mercato.
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Le organizzazioni sindacali dei distributori di carburante hanno indetto 14 giorni di sciopero da effettuare nell’arco delle prossime settimane per protestare contro le misure di liberalizzazione del mercato.

Con l’approvazione del Consiglio dei ministri del 24 gennaio sono state approvate misure di liberalizzazione proposte dal ministro dello sviluppo economico, Pierluigi Bersani. Alcune delle misure saranno applicate tramite un decreto legislativo ad effetto immediato, altre tramite un disegno di legge da discutere in Parlamento.

I vari provvedimenti sottoposti a liberalizzazione hanno visto l’opposizione di alcune delle categorie coinvolte.

Le tre associazioni di categoria dei gestori di impianti per la distribuzione dei carburanti, Faib/Aisa-Confesercenti, Fenica-Cisl e Figisc/Anisa-Confcommercio hanno deciso di proclamare 14 giorni di sciopero. Gli impianti resteranno chiusi a cominciare da mercoledì 7 febbraio (per due giorni) e, a seguire, nei giorni da vanno dal 25 febbraio al 3 marzo e dal 25 marzo al 3 aprile.

Che cosa prevede il decreto

Nella bozza di decreto approvata dal Governo si prevedono, fondamentalmente tre interventi:

  • le società che gestiscono le infrastrutture stradali dovranno predisporre “dispositivi di informazione e fare convenzioni con le reti radiofoniche per informare in forma comparata gli utenti sui prezzi di vendita praticati”. Negli impianti, i benzinai dovranno usare “gli stessi metodi” per informare in tempo reale i consumatori sui prezzi medi praticati nella zona dove è situato l’impianto.
  • la vendita dei carburanti sarà autorizzata anche nella grande distribuzione, cioè nei grandi supermercati ed ipermercati.
  • le restrizioni sul numero degli impianti saranno eliminate. Decadono l’obbligo della distanza minima tra un distributore e l’altro e le restrizioni numeriche in funzione del bacino di utenza in cui incide l’impianto.

La protesta dei gestori

I provvedimenti previsti, secondo le tre organizzazioni dei gestori che hanno indetto lo sciopero, sono stati presi senza tener conto che la competenza in materia è delle Regioni. Inoltre le misure, a loro giudizio:

  • evidenziano “una volontà punitiva nei confronti della categoria”;
  • depauperano gli investimenti industriali effettuati sugli impianti esistenti e disincentivano qualsiasi nuovo investimento;
  • porteranno alla contrazione dei livelli occupazionali e mortificheranno la diversificazione abbassando il livello qualitativo dei servizi.

I gestori accusano il governo di “chiudere le porte ad ogni confronto, scegliendo l’azione dimostrativa”. Di tutt’altro avviso il ministro Bersani che sottolinea la volontà del governo non a prendere di mira i benzinai “ma le questioni della benzina” e si dice disposto “ad avere colloqui con le categorie interessate”.

Molteplici i commenti sulle misure del governo.

Secondo Andris Piebalgs, commissario Ue per l’Energia, la liberalizzazione dei carburanti consentirà di “portare più garanzie e prezzi migliori per i consumatori”. Guglielmo Epifani, segretario generale della Cgil, invita i gestori a fare proposte in merito alla liberalizzazione in modo da avviare un negoziato con il governo.

Le associazioni dei consumatori danno pieno appoggio alle proposte del ministro.

Vilma Rinolfi,

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