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Sciopero generale nell’intero settore pubblico

Italia
Venerdì 30 novembre 2007 si è tenuto uno sciopero generale di tutto il comparto dei trasporti pubblici. La protesta è stata indetta dalle organizzazioni sindacali confederali ed ha coinvolto 14 settori, tra cui i più importanti quelli di treni, trasporto pubblico locale, aerei, navi, per un totale di 300.000 addetti coinvolti. I motivi della protesta sono le condizioni critiche del settore, la mancanza di finanziamenti adeguati da parte del governo e la richiesta di una politica complessiva di rilancio.
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Venerdì 30 novembre 2007 si è tenuto uno sciopero generale di tutto il comparto dei trasporti pubblici. La protesta è stata indetta dalle organizzazioni sindacali confederali ed ha coinvolto 14 settori, tra cui i più importanti quelli di treni, trasporto pubblico locale, aerei, navi, per un totale di 300.000 addetti coinvolti. I motivi della protesta sono le condizioni critiche del settore, la mancanza di finanziamenti adeguati da parte del governo e la richiesta di una politica complessiva di rilancio.

Il 30 novembre 2007 si è fermato per uno sciopero generale l’intero settore dei trasporti pubblici. Il blocco è stato indetto dalle organizzazioni sindacali di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, a cui si è aggiunta un’altra sigla sindacale presente nel settore, l’Ugl trasporti. Si è trattato della prima protesta di questo genere da 25 anni. Coinvolti 14 settori, tra cui autobus, tram, metropolitane, aerei, treni, traghetti, ma anche lavoratori di autostrade, porti, soccorso stradale, trasporto merci e spedizioni, funivie, autonoleggi, autoscuole, trasporti funebri. Totale degli addetti coinvolti dallo sciopero: 300.000. L’astensione dal lavoro indetta dai sindacati è stata proclamata nel rispetto dei termini di legge e si è articolata in modo da consentire il funzionamento dei servizi minimi indispensabili previsti dalla legge.

I motivi di una protesta così estesa sono molteplici. Innanzitutto, per la cronica crisi del settore ed in particolare del trasporto aereo (Alitalia), ferroviario (Trenitalia) e marittimo (Tirrenia), oltre al nodo irrisolto del trasporto su gomma (tir), da cui il Paese è dipendente in misura maggiore rispetto alla media europea. I sindacati lamentano l’esiguità delle risorse stanziate dalla legge Finanziaria per rilanciare il sistema dei trasporti, la mancanza di una seria politica di programmazione ed accusano il governo di “immobilismo”. In queste condizioni sono inevitabili – per i sindacati – pesanti effetti sui lavoratori e sui rinnovi contrattuali, oltre al protrarsi di inefficienze e disservizi per i cittadini. Particolarmente grave la situazione del trasporto ferroviario locale, essendo gli investimenti del settore da anni concentrati per la gran parte su Eurostar ed Alta velocità. Per questi motivi i sindacati promotori dello sciopero hanno chiesto il ripristino immediato di un tavolo di confronto con il governo e lo stanziamento di risorse adeguate per il sostegno immediato al settore.

Reazioni

A spiegare le ragioni dello sciopero sono i leader sindacali. Per il segretario generale della Filt-Cgil, Fabrizio Solari, “la protesta è stata indetta in assenza di un confronto, più volte sollecitato, con il governo e per la mancanza di interventi di programmazione e di regolazione in grado di fare uscire il settore da uno stato di crisi sempre più grave: Alitalia […]. Le Ferrovie […]. Stessa situazione per Tirrenia e il trasporto pubblico locale”. Per il segretario generale della Fit-Cisl, Claudio Claudiani, “il governo ha dimostrato una volta di più il suo disimpegno e l’ambiguità sulle questioni scottanti dei trasporti, della garanzia dei servizi universali, della mobilità soprattutto per i pendolari”.

La risposta del governo è arrivata per bocca del ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi: “Stiamo ricostituendo un’azione programmatica, provando a immaginare la domanda di mobilità nel medio-lungo periodo ed entro il 2008 licenzieremo il Piano generale della mobilità. Ma intanto 600 milioni l’anno li stanzieremo per sostenere la riforma del trasporto pubblico locale”.

Commento

Lo sciopero generale del settore dei trasporti, il primo dopo 25 anni, non ha riguardato principalmente questioni retributive, legate al rinnovo dei contratti collettivi nazionali di categoria, bensì più in generale problematiche sul futuro dei trasporti italiani. A crisi storiche che non hanno ancora visto profilarsi una soluzione (come per il caso Alitalia), si è aggiunto il peggioramento della mobilità nazionale. Infatti, da una parte, si è assistito alla costante crescita del trasporto privato su strada (di merci e persone), mentre dall’altra vi è stato il parallelo peggioramento del trasporto ferroviario, in particolare di quello locale/regionale legato agli spostamenti dei lavoratori-pendolari.

Per evitare che a tali criticità le organizzazioni sindacali reagiscano con risposte di tipo corporativo è necessario riaprire un tavolo di confronto, ovvero di concertazione di una politica di sviluppo da mettere in campo per il rilancio e la modernizzazione del settore.

Livio Muratore, Ires Lombardia, Italy

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