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Rinnovato il contratto collettivo nazionale per il settore Edile

Italia
Il ccnl è stato rinnovato il 19 aprile 2010 e sarà valido dal 1° aprile 2010 al 31 dicembre 2012. L’intesa è stata raggiunta in modo unitario dai tre più grandi sindacati del settore ed interessa più di 1.200.000 lavoratori ed oltre 300 mila imprese. L’accordo prevede un aumento salariale medio di 118 euro mensili ed introduce novità su molti argomenti. L’accordo si chiude con un avviso comune delle parti firmatarie al governo.

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Il ccnl è stato rinnovato il 19 aprile 2010 e sarà valido dal 1° aprile 2010 al 31 dicembre 2012. L’intesa è stata raggiunta in modo unitario dai tre più grandi sindacati del settore ed interessa più di 1.200.000 lavoratori ed oltre 300 mila imprese. L’accordo prevede un aumento salariale medio di 118 euro mensili ed introduce novità su molti argomenti. L’accordo si chiude con un avviso comune delle parti firmatarie al governo.

the National Association of private construction contractors - Associazione nazionale costruttori edili, Ance) ed i sindacati Federazione Italiana lavoratori Legno Edili e Affini, FILLEA, Federazione Italiana Lavoratori Costruzioni e Affini, FILCA e Federazione Nazionale Lavoratori Edili Affini e del Legno, FENEAL hanno sottoscritto il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore edile.

Il contratto, che interessa oltre 1.200.000 lavoratori e 300 mila imprese, è stato firmato unitariamente dai sindacati nonostante la presentazione di tre distinte piattaforme rivendicative.

Il settore edile è stato colpito profondamente dalla crisi economica, registrando, nel 2009, la perdita di 20 mila posti di lavoro e una riduzione degli investimenti del 10%.

I contenuti dell’accordo

L’accordo, che avrà validità triennale, dal 1° aprile 2010 al 31 dicembre 2012, eroga un aumento salariale medio di 118 euro in tre tranches (aprile 2010, gennaio 2011 e gennaio 2012) ed introduce importanti cambiamenti per il settore a livello economico e normativo.

E’ prevista l’introduzione di un nuovo elemento variabile della retribuzione l’importo del quale non potrà superare il 6% della paga base. L’EVR sarà concordato a livello territoriale tenendo conto dell’andamento del settore e degli indicatori di qualità e produttività dell’azienda. Quest’ultimo aspetto costituisce la novità di questo nuovo elemento retributivo in quanto, fino ad ora, i premi di produttività erano stabiliti e collegati soltanto all’andamento territoriale, non tenendo conto di quello delle singole aziende.

Un’altra novità riguarda la possibilità per il lavoratore di fruire di due settimane di ferie nell’arco di 24 mesi (prima erano 18 mesi). Tale clausola rende possibile ai migranti, che costituiscono un’alta percentuale dei lavoratori del settore, di godere di un lungo periodo di ferie per rientrare nei propri paesi.

L’accordo mira a limitare l’uso del part-time– che, spesso, viene utilizzato dalle imprese per coprire il cosiddetto “lavoro grigio” – stabilendo che a quelle imprese che abbiano superato il limite massimo stabilito dal ccnl di lavoratori part-time rispetto a quelli full-time (il 3%) la Cassa Edile non rilascerà il Documento Unico di Regolarità Contributiva (DURC). Tale certificazione è è necessaria alle imprese per accedere ad appalti e subappalti pubblici.

I permessi retribuiti per motivi di studio vengono allargati a quei lavoratori che volessero frequentare corsi per materie inerenti il settore (architettura, economia e commercio, giurisprudenza ed ingegneria).

L’accoro si propone di dare una nuova spinta alla Borsa del Lavoro, sistema di gestione fra domanda e offerta di lavoro nel settore, affidando al Formedil, l’ente bilaterale che la gesisce, mandato per la progettazione di “un sistema efficace”.

Molte altre importanti novità vengono introdotte da protocolli aggiuntivi. Fra queste un allegato sui lavoratori per la sicurezza territoriale (RLST) per i quali vengono riepilogate attribuzioni e funzioni. In un altro allegato le parti mirano al rilancio del fondo di previdenza integrativa (PREVEDI) che, a causa delle ripercussioni della crisi, potrebbe rischiare di andare al di sotto della soglia minima di iscritti per poter continuare ad esercitare.

Le parti confermano la validità del sistema degli enti paritetici bilaterali “che rivestono funzione strategica nelle politiche del lavoro del settore”.

L’avviso Comune

In allegato al contratto collettivo, i firmatari hanno inserito un avviso comune nel quale chiedono al governo un maggiore impegno sul fronte contributivo e degli ammortizzatori sociali. Le parti lamentano una contribuzione elevata a fronte di una ridotta possibilità di usufruire degli ammortizzatori sociali. Le imprese del settore, infatti, pagano un’aliquota del 5,2% a fronte dell’1,9-2,2% di altri settori dell’industria ma la durata della cassa integrazione ordinaria per gli edili è più breve (30 mesi invece di 52). Le parti propongono, quindi, di diminuire la pressione contributiva di circa 2 punti percentuali da destinare ad una forma autogestita di ammortizzatori sociali tramite il sistema delle Casse Edili.

Reactions

Paolo Buzzeti, presidente dell’Ance sottolinea lo “spirito di unità con tutte le sigle sindacali” e “l’incongruità sul versante degli ammortizzatori sociali”.

Anche Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil, sottolinea l’importanza della chiusura unitaria del contratto e “la risposta seria, responsabile ed efficace che le parti sociali hanno saputo dare alle esigenze di incremento dei salari e dei diritti dei lavoratori”.

Domenico Pesenti, segretario generale della Filca Cisl, dichiare che “l’accordo recepisce quasi totalemnte le richieste della nostra piattaforma perché rafforza le tutele e le sicurezze dei lavoratori e mira al rilancio del settore”.

Antonio Correale, segretario generale dela Feneal Uil, sostiene che “la crisi non ha cancellato il contratto e non ha diviso i lavoratori edili ed i loro sindacati”.

Vilma Rinolfi, Cesos


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